RAPPORTO DEL 26 AGOSTO 1618 (5 SETTEMBRE)
La primissima testimonianza di cosa accadde è rappresentata dal rapporto manoscritto di Fortunat Sprecher all’epoca Commissario grigione a Chiavenna del 26 agosto 1618, giorno successivo alla frana di cui riportiamo il testo.
Fortunat Sprecher, Chiavenna 1618.
Rapporto del commissario grigione a Chiavenna del 26-8-1618 (v.c.) da Chiavenna al governo federale di Coira.
Originale manoscritto in Archivio cantonale, Coira, Protocolli delle diete del XVII secolo, AB IV 1/19, cm 32,5 x 20,52.
Onoratissimi, illustrissimi, nobili, onorevoli, pii, previdenti, saggi, degni di grande onore Signori Governanti. Ad essi spetta il mio umile e obbligato servizio, con zelo continuo e ubbidienza massima. Con grandissimo dolore e pena comunico ai Signori la pietosa e misera distruzione del bel borgo di Piuro e del villaggio di Scilano, avvenuta (Dio abbia misericordia) come segue. Ieri, verso l'ora ventesima, una frana incomincia a scendere dal monte del Cont, dalla parte dove si estraggono i laveggi, e ricopre alcune vigne presso Scilano; continua poi a franare, ma non in grande quantità. A notte quasi fatta, però, il monte è in gran parte crollato ed ha sepolto l'intero borgo. La frana incomincia presso il patibolo e arriva fin quasi al torrente Roveno. Nessuno è sopravvissuto, che si sappia, tranne l'oste della Corona Francesco Fumo e il muratore Simon Ramada che erano a Roveno in un erotto; una vecchia donna con due bambini che stavano in alto su un ronco; e il fratello e collaboratore del signor Podestà che era andato a S. Abbondio in Roncalea a cena. Questi sono scampati. A S. Abbondio sei persone sono morte in una casa. La vecchia donna dice che è successo in un attimo. Qui a Chiavenna però si è sentito per un buon pezzo rumoreggiare. Polvere e caligine sono arrivati fino a Chiavenna e hanno ricoperto come nuvole spesse il cielo sereno. La Mera è rimasta interrotta quasi un'ora e mezza. Ciò ha provocato un grande spavento a Chiavenna, perché si temeva che l'acqua irrompesse inondando tutto, tanto che tutti sono scappati dal borgo sulle alture. Ma, grazie a Dio, non vi è stato danno, poiché l'acqua è ritornata senza grande impeto. Ho mandato i soldati, tranne quelli al confine, in su a vedere se trovavano qualcuno in vita: ma ci sono poche speranze, perché la frana è in alcuni punti alta più di cinque lance, non si vede la cuspide della chiesa, si vede in fondo ad un prato un erotto e un colombaio in località Zirlan. Non è ancora finito, poiché le frane continuano e tutta la montagna è squarciata. Delle persone di Uschione mi hanno detto che la montagna è già franata un poco dieci anni fa. Ho comandato che si presti ubbidienza al fratello del podestà. I vostri futuri ordini saranno eseguiti da questo sventurato uomo che si sta riprendendo. Mi è stato detto che ieri, verso mezzogiorno, a Castasegna le api o pecchioni, come li chiamano, hanno preso ad uscire dai loro alveari e sono volati in contrada Scatton, nel territorio di Piuro. Qui sono arrivate tutte le altre api ed hanno incominciato a pungersi in aria con così violenta irruenza, che la maggior parte è caduta a terra morta. Lo stesso è avvenuto in un'altra contrada chiamata Piré e così anche verso Ponteila, dovunque per le strade c'erano api. Ciò mi è stato confermato da due persone che l'hanno visto, con giuramento. Questo ho scritto ai miei Signori, descrivendo quasi tutta simile sventura. O che grande sventura e miseria! Sono perite parecchie centinaia di persone. Preghiamo molto intensamente, afftinché Dio plachi la sua grande ira, perché non ci punisca come meritiamo, ma ci guardi con occhio pietoso e ci preservi benignamente da un'altra disgrazia. Amen.
A completa disposizione degli ordini dei miei Signori.A Chiavenna il 26 agosto 1618.
Obbligato servitore dei suoi onorevoli Signori e Superiori,
Fortunat Sprecher
I Beccarla e il crotto dei Biaia ci sono ancora, ciò che si vede è solo terra rossa. |