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Belfort Theatre Campus 2021 |
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"Non ci si deve prima odiare, se ci si vuole amare? Io sono il tuo
Labirinto"
F. Nietzsche Indagini teatrali liberamente ispirate a
J.W. Goethe, M. De Ghelderode, F. Kafka, A. Jarry, S. Beckett et al. ideazione e direzione artistica
Luca Micheletti con gli Attori partecipanti al BTC 2021:
Michele Arcidiacono, Emanuela Caruso, Francesco Errico, Loris Fabiani, Veronica
Franzosi, Matteo Ippolito, Franco Magnone, Valentina Mandruzzato, Francesco
Martucci, Jacopo M. Pagliari, Andrea Triaca, Francesca Zaira Tripaldi
responsabile organizzativo Gianni Lisignoli
suono e luci Fabrizio Ballini, Nicola Ragni – Evoluzione
Sonora
assistenti Francesco Martucci, Jacopo M. Pagliari
BELFORT THEATRE CAMPUS
un progetto della Compagnia Teatrale I GUITTI
in collaborazione con Associazione Italo-svizzera per gli Scavi di
Piuro Il Belfort Theatre Campus giunge quest'anno alla IVa Edizione. Dopo più di
un decennio di attività teatrale con la Compagnia I GUITTI, l'Associazione
Italo-Svizzera per gli Scavi di Piuro offre due settimane di formazione e
creazione gratuita all'insegna della libera invenzione a contatto con la
natura. Dall'anno 2019 è infatti in atto il progetto triennale MAGIA NATURALIS,
di cui è stato presentato al pubblico finora un primo capitolo
("ERESIA"): vi si indagavano alcune figure "disobbedienti"
della storia della cultura occidentale, prendendo a modello primario le
avventure romanzesche dell'eretico Faust nell'opera di Goethe - riferimento
drammatico dell'intero progetto - e quelle filosofiche dell'apostata
Zarathustra nell'opera di Nietzsche - secondo fulcro di queste ricerche
teatrali. Quest'anno verrà elaborato il secondo capitolo della trilogia, dal
titolo "CAOS". Sempre a partire dal ricchissimo patrimonio
identitario del cuore alpino dove ha luogo il Campus, sede cruciale per
l'evoluzione della grande storia e gli approdi teoretici ed antropologici che
hanno condotto all'età contemporanea, l'episodio "CAOS", naturale
evoluzione del percorso avviato sul tema dell'eresia come contrapposizione di
un nuovo mondo al vecchio mondo, indagherà quello che Leclaire ha battezzato
come "diritto al non-senso". Belfort è luogo simbolo del caos, del
ribaltamento, del disordine e della ricostruzione; la grande frana di
quattrocento anni fa si eleva a metafora di un viaggio dal disordine verso un
nuovo ordine e una nuova civiltà.
E' noto che ad ogni rivoluzione segue un periodo di "terrore", un
errore ed un errare che precipitano nell'anarchia ogni sistema. Il primo
sistema a saltare è spesso quello linguistico, vero collettore di istanze
socio-antropologiche e sacrali fin dai tempi della Babele biblica. Con la
confusione dei linguaggi saltano i sigilli del senso comune, si aprono crepe
non solo nella comunicazione ma anche nella percezione della natura. E proprio
il grande libro della natura, per l'appunto, si presta ad essere letto e
indagato attraverso inesplorate possibilità d'interpretazione, attraverso
linguaggi nuovi, recuperati da antiche profezie o inventati di sana pianta. Il
grande Caos non è necessariamente l'inferno, ma il sovvertimento dei soliti
dispositivi di scambio e apprendimento, può essere la culla di inattese
palingenesi, di fecondi cortocircuiti fra mondi paralleli, porta d'accesso per
gradini superiori della conoscenza. Addentrandosi nel labirinto a volte tragico
a volte grottesco dell'assurdo (vero e proprio totem del Novecento
drammaturgico), con Goethe, Nietzsche e Kafka (maestro del caos) come
guide, attraverso il teatro - da sempre metafora dell'intero mondo - il gruppo di
attori impegnati in queste indagini creative si proverà a stabilire
nuove diverse connessioni con l'ambiente che lo ospita, tra vestigia di
antiche civiltà e misteri custoditi dal tempio mutevole e imperscrutabile della
Madre Terra.
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