Nella sala più interna sono esposti i reperti delle due campagne degli anni Sessanta. Partendo da sinistra, il primo armadio contiene alcuni “ciapón”, come si chiamano i blocchi appena sgrezzati al tornio, elementi di conduttura idraulica, formelle per la fusione dei metalli, rocchi di colonne e vari “botón”, l’ultimo scarto troncoconico nella tornitura, usato anche per pavimentare le strade.
Negli armadi di fronte sono olle e laveggi, presse per confezionare pallini da schioppo, catenacci, bandelle, gangheri, lame di coltello, tridenti, chiusini ecc.
Nell’altro armadio sono cucchiai in rame, frammenti di vasellame in terracotta, un crocefisso in bronzo, due monete d’argento della Repubblica Veneta del 1575 e del ducato di Milano. Accanto a una spilla in smalto dipinto è un braccialetto in pasta di vetro azzurro e avorio, trovato presso lo scheletro che è stato ricomposto a lato, nell’atteggiamento di proteggersi dalla frana, così come fu rinvenuto sulla stradicciola nel 1963. E ancora fibbie e bottoni in rame, resti di spade, baionette, fucili, lumi ad olio e altri oggetti in ferro.
Nella sala interna sono pure esposte alcune delle 53 canne in pietra ollare per un totale di oltre 51 metri, rinvenute nel 1988 con una vaschetta: appartenevano probabilmente all’acquedotto del giardino Vertemate Franchi presso la collegiata.
Nell’altra sala, quella che si incontra appena entrati, sono i reperti degli scavi del 1988. Da sinistra oggetti in legno (frammenti di colonna, di capitello e di mobile), in ferro (pinze per pallini da schioppo, attrezzi vari, catenacci, serrature), in cuoio, in rame, stoviglie da cucina in ferro e in peltro. Infine avanzi di sella, speroni, finimenti e armi. |